venerdì 20 luglio 2018

MS Outlook: Rimuovere 'Non inviare una risposta' in una convocazione di riunione

Quando si riceve un invito ad una riunione è possibile accettarlo senza inviare una risposta selezionando l'apposita opzione come mostrato in FIG 1.
Outlook, Non inviare una risposta ad una convocazione di riunione
FIG 1 - Outlook, Non inviare una risposta ad una convocazione di riunione

Per rimuovere l'opzione Non inviare una risposta è necessario agire tramite il registro di sistema o tramite policy. I passaggi da seguire variano in base alla versione di Outlook utilizzata.
Prima di procedere con la modifica del registro di sistema, chiudere Outlook.


Outlook 2016

In Outlook 2016 la possibilità di rimuovere completamente dal menu l'opzione Non inviare una risposta è stata introdotta con l'aggiornamento KB4022230 rilasciato il 3 luglio 2018. Se nel sistema è installato tale aggiornamento è possibile procedere con i seguenti passaggi:
  • Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra di dialogo Esegui e digitare regedit seguito da invio per avviare l'Editor del registro di sistema;
  • Posizionarsi sulla chiave
    HKEY_CURRENT_USER\Software\Microsoft\Office\16.0\Outlook\Options\Calendar;
  • Creare, se non presente, un valore DWORD (32 bit) e nominarlo ForceMtgResponse;
  • Cliccare due volte sul valore appena creato, impostare in Base l'opzione Decimale quindi, nella casella Dati valore, digitare 1.
Gli amministratori di sistema possono aggiungere la chiave di registro usando le Group Policy:
HKEY_CURRENT_USER\Software\Policies\Microsoft\Office\16.0\Outlook\Options\Calendar
DWORD: ForceMtgResponse
Value: 1

Al successivo avvio di Outlook, all'interno di un invito, non verrà più mostrata l'opzione Non inviare una risposta.
Outlook, Rimuovere l'opzione Non inviare una risposta
FIG 2 - Outlook, Rimuovere l'opzione Non inviare una risposta
Dal seguente link è possibile scaricare i file .reg per rimuovere/ripristinare la voce Non inviare una risposta sia tramite chiavi di registro che tramite group policy.
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Outlook 2013 (e Outlook 2016 non aggiornato)

Per Outlook 2013 e per le versioni non aggiornate alla KB4022230 di Outlook 2016 è possibile disabilitare (e non eliminare del tutto) l'opzione utilizzando i CommandID:
  • Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra di dialogo Esegui e digitare regedit seguito da invio per avviare l'Editor del registro di sistema;
  • Posizionarsi sulla chiave
    HKEY_CURRENT_USER\Software\Policies\Microsoft\Office\x.0\Outlook\DisabledCmdBarItemsList
    Dove al posto di x.0 ci sarà 16.0 per Office 2016 oppure 15.0 per Office 2013;
  • Creare, se non presente, un valore stringa, rinominarlo in TCID1 quindi assegnargli il valore 19987. Tale CommandID disabilita la voce Non inviare una risposta nel menu del pulsante Accetta.
  • Creare, se non presente, un valore stringa, rinominarlo in TCID2 quindi assegnargli il valore 19995 Tale CommandID disabilita la voce Non inviare una risposta nel menu del pulsante Provvisorio.
  • Creare, se non presente, un valore stringa, rinominarlo in TCID3 quindi assegnargli il valore 19991 Tale CommandID disabilita la voce Non inviare una risposta nel menu del pulsante Rifiuta.

Outlook, Disabilitare l'opzione Non inviare una risposta tramite registro di sistema e CommandID
FIG 3 - Outlook, Disabilitare l'opzione Non inviare una risposta tramite registro di sistema e CommandID

Outlook, Disabilitare l'opzione Non inviare una risposta
FIG 4 - Outlook, Disabilitare l'opzione Non inviare una risposta

Di seguito è possibile scaricare i file .reg per Disabilitare/Abilitare la voce Non inviare una risposta in Outlook 2013/2016.
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InSpectre: Verificare la vulnerabilità del proprio sistema a Meltdown e Spectre

Meltdown e Spectre sono vulnerabilità hardware, scoperte dai ricercatori Project Zero di Google, che affliggono gran parte dei processori attualmente in commercio e che consentono a programmi e potenziali attaccanti di accedere ad aree protette di memoria di un computer. A distanza di mesi dalla loro scoperta Intel ha completato lo studio su tutte le architetture che ne sono afflitte e ha rilasciato un documento ufficiale, consultabile su
https://newsroom.intel.com/wp-content/uploads/sites/11/2018/04/microcode-update-guidance.pdf,
in cui vengono indicati i processori che riceveranno l'aggiornamento del microcodice e potranno essere utilizzati in piena sicurezza.

Dopo il rilascio del documento da parte di Intel, Gibson Research ha rilasciato una versione aggiornata dell'utility InSpectre. L'utility può essere scaricata gratuitamente da https://www.grc.com/inspectre.htm ed è aggiornata con le ultime informazioni fornite da Intel.
InSpectre, oltre ad indicare se il sistema è protetto da Meltdown e Spectre, indica anche se è previsto l'aggiornamento del microcodice del processore (Microcode Update Available) e se tale aggiornamento influisce sulle prestazioni (Performance) del sistema.

Sia Intel che AMD sono al lavoro con Microsoft per la certificazione e distribuzione degli aggiornamenti del microcodice dei processori tramite patch del sistema operativo.



giovedì 19 luglio 2018

Windows Quick Tip: Disattivare la compressione degli sfondi del Desktop JPEG

Quando si imposta un'immagine come sfondo del Desktop, Windows (Windows 7, 8 e 10) ne effettua una copia memorizzandola con il nome TranscodedWallpaper nel percorso %AppData%\Microsoft\Windows\Themes.
L'immagine impostata come sfondo viene salvata come file TranscodedWallpaper
FIG 1 - L'immagine impostata come sfondo viene salvata come file TranscodedWallpaper
Nel caso si tratti di un'immagine JPEG, la copia viene compressa con una qualità pari al 85% al fine di ridurne le dimensioni e, di conseguenza, l'impatto sulle prestazioni del computer. Tale processo può incidere negativamente sulla qualità dello sfondo impostato.

Per ovviare a tale comportamento è possibile utilizzare come sfondo immagini PNG (che non subiscono alcuna ulteriore compressione) oppure agire tramite il registro di sistema per impedire a Windows di comprimere gli sfondi in formato JPEG.

Per apportare la modifica al registro di sistema:
  • Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra di dialogo Esegui e digitare regedit seguito da invio per avviare l'Editor del registro di sistema;
  • Posizionarsi sulla chiave
    HKEY_CURRENT_USER\Control Panel\Desktop;
  • Creare, se non presente, un valore DWORD (32 bit) e nominarlo JPEGImportQuality;
  • Cliccare due volte sul valore appena creato, impostare in Base l'opzione Decimale quindi, nella casella Dati valore, digitare 100.

    Impedire a Windows di comprimere l'immagine JPEG utilizzata come sfondo agendo tramite il registro di sistema
    FIG 2 - Impedire a Windows di comprimere l'immagine JPEG utilizzata come sfondo agendo tramite il registro di sistema
  • Riavviare il sistema per rendere effettiva la modifica. Dopo aver riavviato il PC le nuove immagini JPEG impostate come sfondo verranno copiate e mostrate alla massima qualità ovvero al 100%.

Dal seguente link è possibile scaricare i file .reg per disabilitare/riabilitare la compressione degli sfondi del Desktop in formato JPEG.
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lunedì 9 luglio 2018

Windows 10: Impostare un nuovo percorso per la cartella utenti durante l'installazione del sistema

In alcuni contesti può essere opportuno spostare la cartella Utenti (Users) su una partizione diversa da quella dove risiede il sistema operativo. In questo articolo verrà mostrato come impostare un percorso diverso della cartella Utenti durante l'installazione.
La prima operazione da effettuare consiste nel creare un file di risposte (answer file). Si tratta di un file XML che consente di modificare/personalizzare alcune impostazioni di default dell'installazione di Windows. Il file può essere creato con un comune editor di testo come il Blocco note incluso in Windows l'importante è salvarlo impostando come estensione .XML. Il contenuto del file sarà il seguente
<?xml version="1.0" encoding="utf-8"?>
<unattend xmlns="urn:schemas-microsoft-com:unattend">
<settings pass="oobeSystem">
<component name="Microsoft-Windows-Shell-Setup" processorArchitecture="amd64" publicKeyToken="31bf3856ad364e35"
 language="neutral" versionScope="nonSxS" xmlns:wcm="http://schemas.microsoft.com/WMIConfig/2002/State" 
 xmlns:xsi="http://www.w3.org/2001/XMLSchema-instance">
<FolderLocations>
<ProfilesDirectory>D:\Users</ProfilesDirectory>
</FolderLocations>
</component>
</settings>
</unattend>

Il file di risposte può essere scaricato dal seguente link
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Alcune impostazioni vanno personalizzate in base al proprio sistema. Ad esempio alla 4ª riga è necessario specificare correttamente l'architettura prescelta: in questo caso è stato indicato amd64 per l'architettura a 64 bit mentre va indicato x86 nel caso di architettura a 32 bit.
Alla 6ª riga viene indicato come ProfilesDirectory il percorso D:\Users. Anche in questo caso bisogna specificare correttamente la partizione del proprio sistema su cui si intende creare la cartella Utenti (potrebbe essere necessario modificare le lettere delle unità in fase di installazione del sistema). Copiare il file XML all'interno di una pendrive USB, collegarla al PC che si sta reinstallando quindi avviare l'installazione di Windows 10 e attendere la copia dei file e il riavvio del sistema.
Avvio installazione Windows 10
FIG 1 - Avvio installazione Windows 10

Utilizzando una versione recente di Windows 10, dopo il riavvio verremo accolti da Cortana che guiderà l'utente nella configurazione del sistema. Prima di effettuare qualsiasi operazione, aprire il prompt dei comandi tramite la combinazione SHIFT+F10 ed eseguire il comando diskmgmt.msc per aprire la finestra Gestione disco. Da Gestione disco assegnare la lettera D alla partizione su cui si intende creare la cartella Utenti. Se la lettera è stata già assegnata ad altra unità cliccarci su con il tasto destro del mouse e, dal menu contestuale, selezionare la voce Cambia lettera e percorso di unità per assegnare una lettera diversa tramite l'apposita casella. La stessa operazione va effettuata anche per l'unità su cui andrà creata la cartella Utenti a cui, invece, va assegnata la lettera D liberata precedentemente.
Windows 10, Avvio di Gestione disco
FIG 2 - Windows 10, Avvio di Gestione disco
Dalla finestra Gestione disco prendere nota della lettera dell'unità USB su cui risiede il file di risposte quindi tornare al prompt dei comandi. Accedere alla cartella Sysprep eseguendo il comando
cd Sysprep
e caricare il file di risposte con il comando
sysprep.exe /oobe /reboot /unattended:E:\RelocateUsers.xml
Ovviamente al posto di E: va indicata la lettera assegnata alla pendrive USB contenente il file di risposte.
Sysprep provvederà a caricare il file di risposte, ad applicare le impostazioni e a riavviare il sistema. Dopo il riavvio non resta che proseguire con l'installazione di Windows come di consueto.
Windows 10, Sysprep
FIG 3 - Windows 10, Sysprep
Al termine dell'installazione del sistema operativo la cartella Utenti (Users) verrà creata sulla partizione specificata.




giovedì 5 luglio 2018

PowerShell: Forzare l'esecuzione di uno script con privilegi elevati

Chi crea script PowerShell sa bene che alcune operazioni, per essere portate correttamente a termine, richiedono l'esecuzione con privilegi elevati. Purtroppo non c'è la possibilità di cliccare con il tasto destro del mouse sul file PS1 e selezionare "Esegui come amministratore" dal menu contestuale come avviene ad esempio con i file eseguibili. 
A questa mancanza è possibile sopperire aggiungendo allo script il seguente codice pubblicato sullo Script Center di Microsoft:

function Use-RunAs 
{    
    # Check if script is running as Adminstrator and if not use RunAs 
    # Use Check Switch to check if admin 
     
    param([Switch]$Check) 
     
    $IsAdmin = ([Security.Principal.WindowsPrincipal] [Security.Principal.WindowsIdentity]::GetCurrent()` 
        ).IsInRole([Security.Principal.WindowsBuiltInRole] "Administrator") 
         
    if ($Check) { return $IsAdmin }     
 
    if ($MyInvocation.ScriptName -ne "") 
    {  
        if (-not $IsAdmin)  
        {  
            try 
            {  
                $arg = "-file `"$($MyInvocation.ScriptName)`"" 
                Start-Process "$psHome\powershell.exe" -Verb Runas -ArgumentList $arg -ErrorAction 'stop'  
            } 
            catch 
            { 
                Write-Warning "Error - Failed to restart script with runas"  
                break               
            } 
            exit # Quit this session of powershell 
        }  
    }  
    else  
    {  
        Write-Warning "Error - Script must be saved as a .ps1 file first"  
        break  
    }  
} 

La function, che va richiamata prima di eseguire altre operazioni, non fa altro che verificare se lo script è stato eseguito in una console con i permessi di amministratore e, in caso contrario, provvede autonomamente a rilanciarlo con i permessi elevati.
Se non è stato fatto il login con un utenza amministrativa verranno richieste le credenziali.
PowerShell, Esecuzione script con privilegi elevati
FIG 1 - PowerShell, Esecuzione script con privilegi elevati

Dal seguente link è possibile scaricare lo script di esempio
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giovedì 28 giugno 2018

Convertire una pagina web in PDF

Per convertire una pagina web in PDF è possibile procedere in diversi modi. Un modo semplice che non richiede l'installazione di alcun software è quello di utilizzare il servizio Web2PDF direttamente online.

Dal proprio browser posizionarsi sulla pagina  www.web2pdfconvert.com quindi digitare/incollare nell'apposita casella l'indirizzo della pagina web che si intende convertire in PDF. 

Web2PDF, Convertire una pagina web in PDF
FIG 1 - Web2PDF, Convertire una pagina web in PDF
Cliccando sull'icona della chiave inglese è possibile personalizzare alcune impostazioni. Per avviare la conversione basta cliccare sul pulsante Convert to PDF
Al termine della conversione appariranno i pulsanti per il download del file PDF, il salvataggio su Dropbox o su Google Drive.
Web2PDF, Download file PDF
FIG 2 - Web2PDF, Download file PDF
All'interno del file PDF verranno mantenuti i link ad altre pagine web. Tale processo può essere utilizzato anche per aggirare il proxy aziendale e visualizzare, in modo semplice e senza sforzo, il contenuto di pagine web bloccate.




domenica 24 giugno 2018

Linux: Nascondere l'output di un comando all'interno della Shell

Per nascondere l'output di un comando all'interno della Shell è possibile redirezionarlo verso /dev/null. Nei sistemi operativi Unix-like /dev/null (null device, ovvero dispositivo nullo) non è altro che un file virtuale, non presente su memoria di massa, che scarta, non memorizzando, tutti i dati che gli vengono inviati. Proprio per tale caratteristica /dev/null viene soprannominato bit bucket (cestino per bit).



La sintassi è molto semplice e fa uso dell'operatore > per la redirezione dell'output:
comando > /dev/null
Il comando sopra indicato permette di ignorare il flusso standard output (stdout) inviandolo a /dev/null.

Per nascondere l'output del comando compreso gli errori si utilizza
comando &> /dev/null
In questo modo viene ignorato sia il flusso stdout (standard output) che quello stderr (standard error).

Linux, redirezione dell'output
FIG 1 - Linux, redirezione dell'output