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lunedì 24 aprile 2023

Linux: Verificare lo stato di salute dei dischi rigidi

Gli hard disk sono tra le periferiche che più facilmente sono soggette a rompersi pertanto è buona norma prevedere un backup periodico dei dati importanti. Uno dei problemi più comuni che si verifica con gli hard disk è quello di uno o più blocchi danneggiati. Un blocco danneggiato è un area del disco che non è più accessibile in lettura, in scrittura o entrambe. Anche pochi blocchi danneggiati sul disco possono provocare la corruzione dei file salvati e problemi/blocchi al sistema e, soprattutto se il loro numero aumenta, possono indicare che la rottura del disco è vicina. Tramite appositi strumenti è possibile verificare lo stato di salute dei dischi rigidi e diagnosticare eventuali malfunzionamenti in modo da correre ai ripari prima della loro rottura definitiva. Due utili strumenti per GNU/Linux per monitorare lo stato di salute dei dischi sono smartmontools e badblocks.

Prima di utilizzare tali tool è necessario individuare il disco da analizzare. Per elencare i dischi presenti nel sistema è possibile utilizzare il comando
lsblk
List Block Devices
FIG 1 - List Block Devices

In FIG 1 il disco presente sulla postazione è sda.

Smartmontools
Smartmontools è uno strumento in grado di rilevare i dati di diagnostica S.M.A.R.T. (Self-Monitoring, Analysis and Reporting Technology) supportato dai dischi rigidi meccanici e SSD moderni e fornisce diversi indicatori di affidabilità del dispositivo. Per procedere all'installazione del tool, eseguire il seguente comando da terminale
sudo apt-get install smartmontools
Terminata l'installazione possiamo utilizzare smartctl per visualizzare informazioni generiche sul disco eseguendo il comando
smartctl -i /dev/sda
smartctl
FIG 2 - smartctl

Le ultime 2 righe indicano che il disco supporta la tecnologia S.M.A.R.T ed è abilitata. In caso contrario potevamo abilitarla tramite il comando
smartctl -s on /dev/sda

Per controllare lo stato di salute attuale del disco è possibile utilizzare il comando
sudo smartctl -H /dev/sda

Per visualizzare i messaggi di log relativi ai controlli  S.M.A.R.T. del disco 
sudo smartctl -l error /dev/sda

Per visualizzare tutte le informazioni sul disco, anche quelle non legate alla tecnologia S.M.A.R.T., è possibile utilizzare il comando
sudo smartctl --xall /dev/sda

Il tool smartctl consente anche di testare il disco.

Per eseguire un test rapido (solitamente della durata di pochi minuti)
sudo smartctl -t short /dev/sda
Per effettuare un test approfondito (operazione che può durare anche molte ore)
sudo smartctl -t long /dev/sda


Badblocks
Badblocks è un’utility per lo scanning degli hard disk che esegue una verifica di basso livello per individuare l'eventuale presenza di blocchi danneggiati e permette di creare una lista dei settori corrotti del disco. Il seguente comando avvia la scansione del disco e il salvataggio dei risultati all'interno di un file di testo
sudo badblocks -v /dev/sda > badsectors.txt
Badblocks
FIG 3 - Badblocks







mercoledì 3 febbraio 2021

Windows 10: Unità SATA interna rilevata come supporto rimovibile

A seconda di come vengono contrassegnate le porte SATA sulla scheda madre da parte del BIOS, può capitare che i driver di Windows rilevino i dispositivi SATA interni (HDD o SDD) come unità rimovibili. Si tratta di una situazione che può essere una causa potenziale di danni o perdita di dati.

Per risolvere il problema:
  • Aprire un prompt dei comandi con privilegi di amministratore.
  • Digitare il seguente comando seguito da invio per avviare Gestione dispositivi
    devmgmt.msc
  • Espandere la voce Unità disco, individuare il disco su cui si intende agire e visualizzare le proprietà (doppio click con il tasto sinistro del mouse oppure cliccarci su con il tasto destro e selezionare Proprietà).
    Gestione dispositivi
    FIG 1 - Gestione dispositivi

  • Nella finestra delle proprietà prendere nota del Bus number (in FIG 2 il Bus Number è 0).
    Bus Number
    FIG 2 - Bus Number
  • Ritornare al prompt dei comandi aperto in precedenza e digitare il seguente comando seguito da invio 
    reg.exe add "HKLM\SYSTEM\CurrentControlSet\Services\storahci\Parameters\Device" /f /v TreatAsInternalPort /t REG_MULTI_SZ /d x
    dove al posto di x va indicato il bus number annotato precedentemente




mercoledì 5 dicembre 2018

Windows 10: Individuare le cartelle che occupano maggiore spazio

Quando lo spazio su disco inizia a scarseggiare, può essere utile individuare quali cartelle o App occupano maggiore spazio. Windows 10 integra alcuni utili strumenti per individuare tali cartelle:
  • Avviare l'app Impostazioni (WIN+I) quindi cliccare su Sistema;

    Windows 10, Impostazioni
    FIG 1 - Windows 10, Impostazioni
  • Cliccare sulla voce Archiviazione;
    Windows 10, Impostazioni - Sistema - Archiviazione
    FIG 2 - Windows 10, Impostazioni - Sistema - Archiviazione
  • Nella sezione Archiviazione locale verrà visualizzato l'elenco delle unità connesse al sistema (in FIG 3 è presente una sola unità). Cliccare su una delle unità per visualizzare in dettaglio l'occupazione dello spazio su disco in base alla tipologia dei file: App, documenti, file di sistema ecc. (FIG 4).
    Windows 10, Archiviazione locale
    FIG 3 - Windows 10, Archiviazione locale


    Windows 10, uso dell'archiviazione
    FIG 4 - Windows 10, uso dell'archiviazione
  • Cliccando App e giochi verranno mostrati dettagli sulla loro occupazione di spazio su disco. Cliccando su File temporanei verranno proposte una serie di opzioni per la pulizia del sistema.
    Windows 10, Archiviazione - File temporanei
    FIG 5 - Windows 10, Archiviazione - File temporanei
  • La sezione Altro è forse la più interessante e contiene dettagli su tutte le cartelle più voluminose presenti sul disco (ad eccezione delle cartelle di sistema e applicazioni). Cliccando sulla singola cartella questa verrà aperta in Esplora file in modo da permettere all'utente di valutare l'eliminazione di qualche file superfluo.
    Windows 10, Archiviazione - Altro
    FIG 6 - Windows 10, Archiviazione - Altro




lunedì 14 maggio 2018

Oracle VM VirtualBox: Comprimere un disco virtuale allocato dinamicamente

Creando una nuova Virtual Machine, Virtualbox crea un nuovo file per ciascun disco del sistema guest. I dischi possono essere preallocati occupando, fin dal primo istante, tutto lo spazio a loro riservato oppure, come previsto di default, con allocazione dinamica in cui la dimensione del file crescerà man mano che il sistema guest scriverà dati sull'unità virtuale. Con l'allocazione dinamica la dimensione del file non diminuisce automaticamente quando si cancellano dati sul disco virtuale, questo perché l'ottimizzazione dei dati è un processo piuttosto lungo e impatta sulle prestazioni della VM pertanto si è preferito relegare la questione ad un'operazione di manutenzione specifica.
Oracle VM VirtualBox
FIG 1 - Oracle VM VirtualBox

Innanzitutto accertarsi che il disco da compattare sia di tipo dinamico e di aver cancellato i file inutili dal disco virtuale. 

Oracle VM VirtualBox, disco allocato dinamicamente
FIG 2 - Oracle VM VirtualBox, disco allocato dinamicamente

Se la VM è dotata di sistema operativo Windows può essere utile avviare la deframmentazione del disco virtuale. Prima di procedere alla compressione del disco è necessario azzerare tutte le zone "vuote", per farlo è possibile utilizzare l'utility SDelete. Una volta scaricato e scompattato il tool basterà avviarlo da riga di comando, all'interno della macchina guest, utilizzando la sintassi sdelete c: -z. Completato anche questo passaggio, eseguire lo shutdown della macchina virtuale e chiudere VirtualBox. Dal  prompt dei comandi del sistema Host raggiungere la cartella di VirtualBox (generalmente C:\Programmi\Oracle\VirtualBox) e digitare la seguente stringa
VBoxManage.exe modifymedium disk "c:\percorso\disco.vdi" --compact
dove al posto di c:\percorso\disco.vdi va indicato il percorso e il nome del file .vdi relativo al disco virtuale da compattare. Il comando compatterà il disco virtuale liberando spazio sul disco del sistema Host.
Se all'interno della VM sono presenti dati importanti è sempre consigliabile effettuare un backup del disco virtuale prima di procedere a qualsiasi operazione.




martedì 19 agosto 2014

Windows Quick Tip: Collegamento a unità disco nella barra delle applicazioni


Se vogliamo inserire un collegamento ad un'unità disco sulla barra della applicazioni, possiamo procedere nel seguente modo: 

  • Assicuriamoci che sia abilitata la visualizzazione delle estensioni dei file. 
  • Cliccare con il tasto destro del mouse sul Desktop e, dal menu contestuale, selezionare Nuovo e Documento di testo.
  • Nominiamo il file in Disco.exe (sostituendo l'estensione .txt)
  • Clicchiamo con il tasto destro del mouse sul file appena creato e selezioniamo Aggiungi alla barra delle applicazioni
  • Tenendo premuto il tasto Shift clicchiamo con il tasto destro del mouse sull'icona appena aggiunta nella barra delle applicazioni.
  • Dal menu contestuale selezioniamo Proprietà
  • Nella scheda Collegamento, eliminiamo il contenuto della casella Destinazione e inseriamo la lettera dell'unità disco seguita da due punti e backslash (ad es. C:\ )
  • Confermiamo la modifica cliccando su OK

Collegamento al disco nella barra delle applicazioni
FIG 1 - Collegamento al disco nella barra delle applicazioni