lunedì 15 febbraio 2016

Windows Quick Tip: Visualizzare la data e ora di compilazione di un file eseguibile

Quando si installa un'applicazione può capitare che la data di creazione del file eseguibile (.exe) venga impostata alla data attuale. I file eseguibili contengono al loro interno dei metadati. Alcuni di questi sono visibili nella finestra relativa alle proprietà del file, altri, come la data e l'ora di compilazione originale, possono essere estratti dal file tramite appositi tool. 
Conoscere la data di compilazione originale del file eseguibile può essere utile per individuare la versione più recente.
Un tool che permette di estrarre tale informazione è PEStamp scaricabile da http://trax.x10.mx/pestamp.exe. Il tool occupa pochi KB e può essere lanciato dal prompt dei comandi passandogli come parametro il percorso e nome del file eseguibile.

Ad es.
pestamp <nome_file.exe>


PEStamp
FIG 1 - PEStamp

Per richiamare il tool da più percorsi come se fosse un comando nativo si può inserire il percorso di PEStamp.exe all'interno della variabile di sistema PATH oppure si può copiare il file all'interno di c:\windows.

Altri tool prodotti dallo stesso autore (FS1) si possono scaricare da http://trax.x10.mx/apps.html

giovedì 11 febbraio 2016

MS Word Quick Tip: Aggiungere un capolettera al documento

Per rendere più accattivante un documento MS Word è possibile aggiungere un capolettera procedendo nel seguente modo:

  • Aprire il documento MS Word che si intende modificare;
  • Selezionare il carattere che si intende trasformare in capolettera;
  • Dal menu Inserisci nella barra multifunzione selezionare l'opzione Capolettera presente nella sezione Testo.
    
    Capolettera
    FIG 1 - Capolettera
  • Verrà mostrato un menù popup che permette di scegliere tra più opzioni:
    Nessuno - Elimina un capolettera precedentemente impostato
    Interno - Si tratta del classico capolettera inserito in uno spazio ricavato nel corpo del testo
    Esterno - Il capolettera viene inserito nel margine sinistro
    Opzioni capolettera... - consente di specificare opzioni personalizzate per il capolettera. 

    
    Menu Capolettera
    FIG 2 - Menu Capolettera
L'effetto delle varie opzioni viene visualizzato semplicemente sorvolando con il mouse la relativa opzione. Una volta individuato l'effetto voluto cliccare sull'opzione desiderata.
Opzioni capolettera consente, attraverso una finestra di  dialogo, di impostare ulteriori opzioni aggiuntive come la grandezza del carattere, il numero di righe occupate e la spaziatura rispetto al testo. 

Opzioni Capolettera
FIG 3 - Opzioni Capolettera

Il capolettera viene inserito all'interno di un riquadro di testo separato e può essere spostato, modificato e ridimensionato anche successivamente. 

Esempio di capolettera interno
FIG 4 - Esempio di capolettera interno

lunedì 8 febbraio 2016

Windows: Resettare/eliminare la password di Windows tramite Offline NT Password & Registry Editor

Può capitare di avere la necessità di accedere al sistema ma di aver dimenticato la password. In questi casi esistono diversi metodi che ci consentono di resettare/cancellare la password di accesso locale (non quella di dominio) e permetterci l'accesso al sistema. Uno di questi metodi consiste nell'utilizzo dell'ottimo tool Offline NT Password & Registry Editor.

ATTENZIONE:
Danneggiare o violare un sistema informatico (anche da remoto) rappresenta un reato penale. Le informazioni presenti in quest'articolo vanno utilizzate solo per testare/verificare sistemi di cui si è titolari. Declino ogni responsabilità civile e penale derivante da un utilizzo non legale delle informazioni presentate in questo articolo a solo scopo didattico.

Da http://pogostick.net/~pnh/ntpasswd/ è possibile scaricare sia l'immagine ISO che i file per creare una pendrive USB bootable. I file vengono scaricati in formato compresso .zip quindi dovranno essere scompattati prima di poterli utilizzare.

Download Offline NT Password & Registry Editor
FIG 1 - Download Offline NT Password & Registry Editor
L'immagine ISO può essere masterizzata su cd/dvd tramite un programma di masterizzazione oppure è possibile creare una pendrive bootable tramite il tool Rufus.
Scaricando i file per la creazione di una pendrive, invece, dobbiamo copiare tutti i file sulla pendrive, aprire un prompt dei comandi come amministratore e digitare il seguente comando
X:\syslinux.exe -ma X:
dove al posto della X va indicata la lettera della nostra pendrive.

Adesso si dispone del supporto con cui si andrà ad eseguire il boot del sistema. Il tool ci chiederà di selezionare alcune opzioni (la maggior parte già selezionate di default) prima di permetterci di resettare la password. Di seguito mostrerò passo passo le operazioni da effettuare con relative immagini per semplificare la vita anche a chi è poco pratico.
Prima di iniziare è utile sapere che le password degli account di Windows vengono crittografate e memorizzate all'interno del file SAM (un file senza estensione) presente in C:\Windows\System32\config. Tale file non è accessibile/modificabile quando Windows è in esecuzione. Ecco perché è necessario creare un supporto con cui effettuare il boot del sistema senza caricare Windows. I più esperti, prima di procedere alla cancellazione della password, possono effettuare il backup dei file SAM e SYSTEM (quest'ultimo contiene il valore Bootkey con cui viene crittografato il file SAM). In questo modo è possibile ripristinare la vecchia password ricopiando semplicemente i file nella loro posizione originale.

Eliminare la password di un determinato account:
  • Eseguire il boot dal supporto creato (CD/DVD o pendrive) e quando a video appare boot: come mostrato in figura FIG 2, premere invio per proseguire.
    Offline NT Password & Registry Editor, Boot
    FIG 2 - Offline NT Password & Registry Editor, Boot
  • Il tool cerca di individuare la partizione dove è installato il sistema operativo e, al termine dell'analisi, ci propone le installazioni di Windows che ha individuato. Digitare il numero dell'installazione di Windows su cui si intende agire e premere invio. L'opzione di default, e più probabile, è indicata tra parentesi quadre (ad es. [1]). Premendo solo invio viene accettata l'opzione di default proposta dal tool.
    Offline NT Password & Registry Editor, installazioni di Windows
    FIG 3 - Offline NT Password & Registry Editor, installazioni di Windows
  • Nel caso in cui venisse richiesto, confermare il percorso del registro di sistema (Windows/System32/config) premendo invio.
  • Confermare l'opzione [1] Password reset [sam] premendo invio per procedere al reset della password
    Offline NT Password & Registry Editor, Password reset [sam]
    FIG 4 - Offline NT Password & Registry Editor, Password reset [sam]
  • Premere nuovamente invio per confermare l'opzione 1 - Edit user data and passwords
    
    Offline NT Password & Registry Editor, Edit user data and passwords
    FIG 5 - Offline NT Password & Registry Editor, Edit user data and passwords
  • Digitare il RID dell'account a cui si intende resettare la password e premere invio (ad es. in figura FIG 6 per resettare la password dell'utente Virtual digitare 03e9 seguito da invio)
    Offline NT Password & Registry Editor, RID user account
    FIG 6 - Offline NT Password & Registry Editor, RID user account
  • Digitare 1 per l'opzione Clear (blank) user password e premere invio
    
    Offline NT Password & Registry Editor, Clear (blank) user password
    FIG 7 - Offline NT Password & Registry Editor, Clear (blank) user password
  • La password è stata eliminata. Digitare q seguito da invio per uscire (Quit editing user, back to user select) quindi ancora q e invio per terminare (FIG 8 e 9)
    Offline NT Password & Registry Editor, Quit editing user, back to user select
    FIG 8 - Offline NT Password & Registry Editor, Quit editing user, back to user select
    Offline NT Password & Registry Editor, Quit (you will be asked if there is something to save)
    FIG 9 - Offline NT Password & Registry Editor, Quit (you will be asked if there is something to save)
  • A questo punto viene chiesto di confermare la scrittura del registro. Premere Y seguito da invio e attendere che la scrittura del Security Account Manager (SAM)
    Offline NT Password & Registry Editor, About to write file(s) back! Do it?
    FIG 10 - Offline NT Password & Registry Editor, About to write file(s) back! Do it?
  • Terminata la scrittura del file SAM viene chiesto se si intende eseguire nuovamente il tool. Confermare l'opzione N proposta premendo invio
    FIG 11 - Offline NT Password & Registry Editor, New run?
  • Non resta che riavviare normalmente il sistema dopo aver rimosso il supporto (CD/DVD o pendrive). La password non ci verrà più richiesta.
    Offline NT Password & Registry Editor, Reboot
    FIG 12 - Offline NT Password & Registry Editor, Reboot

Il metodo presentato funziona solo per il reset degli account locali del sistema. Nel caso in cui il disco sia criptato (ad es. con bitlocker) il tool non funziona. Se l'utente ha criptato qualche file o cartella tramite EFS (Encrypting File System) o Bitlocker, il contenuto di tali file/cartelle risulterà non accessibile finché non verrà ricordata la password originale.

martedì 2 febbraio 2016

Ransomware 7ev3n

In circolazione è stato individuato un nuovo ransomware molto aggressivo, il suo nome è 7ev3n. Questo ransomware, oltre a cifrare i dati dell'utente e a richiedere un riscatto di 13 bitcoin (il riscatto più elevato fin'ora registrato), compromette anche il sistema operativo modificando le impostazioni di Windows e le modalità di avvio impedendo l'accesso al sistema in modalità provvisoria e inibendo le opzioni di ripristino.

Il ransomware è stato analizzato in dettaglio da bleepingcomputer 

Al momento il ransomware 7ev3n non è ancora molto diffuso ma è molto pericoloso: una volta infettato il sistema provvede ad eseguire una scansione di tutti i drive connessi, quindi procede a cifrare alcuni file rinominandoli in maniera sequenziale e attribuendo l'estensione R5A (ad es. 1.R5A, 2.R5A ecc). 

Al momento le estensioni interessate dal ransomware sono:
.dbf, .arw, .txt, .doc, .docm, .docx, .zip, .rar, .xlsx, .xlsb, .xlsm, .pdf, .jpg, .jpe, .jpeg, .sql, .mdf, .accdb, .mdb, .odb, .odm, .odp, .ods

Terminata la crittografia dei dati viene visualizzato il messaggio di richiesta del riscatto.

7ev3n richiesta di riscatto (immagine di bleepingcomputer)
FIG 1 - 7ev3n richiesta di riscatto (immagine di bleepingcomputer)

Il ransomware crea diversi file all'interno della cartella %LocalAppData% tra cui:
  • bcd.bat
    All'interno di tale file sono presenti comandi BCDEDIT che disabilitano le opzioni di avvio avanzato e di recovery di Windows.
  • del.bat
    Cancella l'installer del ransomware.
  • system.exe
    Questo è l'eseguibile principale del ransomware che provvede alla crittografia dei file e alla visualizzazione del messaggio di riscatto .
  • time.e
    Il file contiene il timestamp di quando è avvenuta l'infezione.
  • uac.exe
    Questo eseguibile consente ai vari componenti del ransomware di essere eseguiti con privilegi di amministratore senza che venga visualizzato il messaggio UAC.
Inoltre vengono creati i seguenti file:
C:\Windows\System32\Tasks\uac
C:\Windows\System32\elsext.dll

Il contenuto del file bcd.bat è il seguente
 bcdedit /set {current} bootems no 
 bcdedit /set {current} advancedoptions off 
 bcdedit /set {current} optionsedit off 
 bcdedit /set {current} bootstatuspolicy IgnoreAllFailures 
 bcdedit /set {current} recoveryenabled off
 del %0

Il ransomware provvede anche a disabilitare, tramite chiavi di registro, le funzioni normalmente usate per riprendere il controllo di un sistema Windows, come la combinazione di tasti ALT+TAB, Task Manager, la finestra di dialogo Esegui e vengono disabilitati i tasti  F1, F10, F3, F4, Invio, Esc, Alt, Ctrl,Windows, Shift, Bloc Num, Alt Gr, Tab.  La chiave di registro modificata è:

HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\Keyboard Layout" "Scancode Map" = "00000000 00000000 17000000 00003800 000038e0 00005be0 00005ce0 00003600 00001d00 00001de000000f000000010000001c0000003e0000003b00000044000000450000003d0000005de000000000"

altre chiavi di registro create dal ransomware sono
  • HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\Schedule\TaskCache\Tasks\{62EC9C46-634C-4957-8A5C-4566462D0CE6}
  • HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\Schedule\TaskCache\Tree\uac
  • HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\Winlogon\Shell = "C:\Users\[login_name]\AppData\Local\system.exe"
  • HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion" /v "crypted"
  • HKEY_CURRENT_USER\Control Panel\Accessibility\StickyKeys "Flags"  = 506
  • HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run" "System"
  • HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion" "rgd_bcd_condition"  = 1
  • HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\System" "EnableLUA"  = 0

Il task creato in C:\Windows\System32\Tasks\uac  esegue le operazioni sopra indicate ad ogni login, assicurandosi che il ransomware prenda il controllo del sistema prima di ogni altra applicazione.


Rimuovere 7ev3n
Al momento non esiste un metodo per decriptare i dati ma seguendo alcuni passaggi è possibile rendere il sistema operativo nuovamente usabile. 

Il metodo più semplice per ripristinare le funzionalità del sistema operativo prevede l'utilizzo del disco di ripristino con cui eseguire il boot del sistema. Quando richiesto selezionare il ripristino del sistema e quindi avviare il Prompt dei comandi.

Opzioni di ripristino del sistema
FIG 2 - Opzioni di ripristino del sistema

La prima operazione da fare, dal Prompt dei comandi, è quella di riabilitare le opzioni di avvio di Windows con i seguenti comandi
bcdedit /set {default} bootems yes
bcdedit /set {default} advancedoptions on
bcdedit /set {default} recoveryenabled on
bcdedit /set {default} bootstatuspolicy DisplayAllFailures 

A questo punto possiamo procedere al riavvio del sistema in modalità provvisoria con prompt dei comandi e cancellare i seguenti file:
%LocalAppData%\bcd.bat
C:\Windows\System32\Tasks\uac

Per quanto riguarda il file %LocalAppData%\system.exe conviene procedere alla sua rinomina (magari modificando l'estensione in modo da evitare eventuali esecuzioni "accidentali") in quanto potrebbe essere necessario in futuro nel caso venga individuato un metodo per il recupero dei file criptati.
Gli altri file del ransomware creati in %LocalAppData% (del.bat, time.e, uac.exe) non rappresentano un pericolo ma volendo possono essere eliminati.

Infine non resta che rimuovere i seguenti valori presenti nel registro di sistema
HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\Keyboard Layout" "Scancode Map" 

Riavviare il sistema normalmente e procedere alla scansione con un antivirus e un antimalware aggiornati.

mercoledì 27 gennaio 2016

Ransomware TeslaCrypt

Aggiornamento del 19.05.2016


I server di TeslaCrypt chiudono e gli sviluppatori hanno rilasciato la master key utile per decriptare i dati da tutte le versioni di TeslaCrypt. Per maggiori informazioni potete cliccare QUI



Nell'articolo Ransomware Ransom32  ho già parlato di ransomware: un tipo di malware che prende il controllo del sistema (bloccandone l'accesso e/o cifrandone i dati) e richiede un riscatto per lo sblocco.
In quest'articolo tratterò un altro tipo di ransomware piuttosto diffuso, TeslaCrypt , soffermandomi sul recupero dei dati cifrati
Le prime segnalazioni di questo ransomware risalgono a febbraio 2015. Il punto debole delle prime versioni di TeslaCrypt era la gestione della chiave di cifratura. La  chiave, infatti, veniva memorizzata sul disco del sistema infetto rendendo relativamente semplice il recupero dei dati. Le successive versioni del ransomware, oltre all'utilizzo di una cifratura più sofisticata (le chiavi vengono generate tramite l’algoritmo a curve ellittiche ECDH Elliptic curve Diffie–Hellman), presentano alcun accorgimenti che prevengono l’identificazione dei server a cui il malware si connette (server di comando e controllo). I server si trovano sulla rete TOR e il ransomware comunica con essi attraverso tor2web.
In linea generale il modo di operare di TeslaCrypt è analogo a quello della maggior parte degli altri ransomware in circolazione: una volta installato segretamente sul sistema della vittima procede a cifrare i dati con il sistema AES. Il ransomware viene diffuso attraverso allegati alle email oppure tramite apposite pagine web. Dopo aver cifrato un file il ransomware aggiunge una nuova estensione che varia in base alla versione del malware (.xxx, .ttt, .abcor, .micro, .ecc, .ezz, .exx, .xyz, .zzz, .aaa, .abc, .ccc, .vvv) inoltre provvede a cancellare le copie Shadow Volume e i punti di ripristino.  Una volta terminata la cifratura dei documenti della vittima viene mostrato il messaggio di riscatto e vengono creati i seguenti file sul desktop e in altre cartelle: Howto_Restore_FILES.BMP, Howto_Restore_FILES.HTM, Howto_Restore_FILES.TXT. Questi 3 file contengono informazioni su come pagare il riscatto per poter recuperare i dati.

Sono state individuate e analizzate diverse varianti in circolazione di TeslaCrypt, la maggior parte di esse creano un file eseguibile all'interno di %AppData% (ad es. c:\Utenti\<nomeutente>\Appdata\Roaming\<nome file.exe>) mentre le chiavi di registro che vengono modificate sono
HKCU\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run\ Qui dovrebbe esserci un richiamo al file .exe in %AppData%
HKCU\Software\
HKCU\Software\xxxsys


Le estensioni dei file interessate da TeslaCrypt sono:
.sql, .mp4, .7z, .rar, .m4a, .wma, .avi, .wmv, .csv, .d3dbsp, .zip, .sie, .sum, .ibank, .t13, .t12, .qdf, .gdb, .tax, .pkpass, .bc6, .bc7, .bkp, .qic, .bkf, .sidn, .sidd, .mddata, .itl, .itdb, .icxs, .hvpl, .hplg, .hkdb, .mdbackup, .syncdb, .gho, .cas, .svg, .map, .wmo, .itm, .sb, .fos, .mov, .vdf, .ztmp, .sis, .sid, .ncf, .menu, .layout, .dmp, .blob, .esm, .vcf, .vtf, .dazip, .fpk, .mlx, .kf, .iwd, .vpk, .tor, .psk, .rim, .w3x, .fsh, .ntl, .arch00, .lvl, .snx, .cfr, .ff, .vpp_pc, .lrf, .m2, .mcmeta, .vfs0, .mpqge, .kdb, .db0, .dba, .rofl, .hkx, .bar, .upk, .das, .iwi, .litemod, .asset, .forge, .ltx, .bsa, .apk, .re4, .sav, .lbf, .slm, .bik, .epk, .rgss3a, .pak, .big, wallet, .wotreplay, .xxx, .desc, .py, .m3u, .flv, .js, .css, .rb, .png, .jpeg, .txt, .p7c, .p7b, .p12, .pfx, .pem, .crt, .cer, .der, .x3f, .srw, .pef, .ptx, .r3d, .rw2, .rwl, .raw, .raf, .orf, .nrw, .mrwref, .mef, .erf, .kdc, .dcr, .cr2, .crw, .bay, .sr2, .srf, .arw, .3fr, .dng, .jpe, .jpg, .cdr, .indd, .ai, .eps, .pdf, .pdd, .psd, .dbf, .mdf, .wb2, .rtf, .wpd, .dxg, .xf, .dwg, .pst, .accdb, .mdb, .pptm, .pptx, .ppt, .xlk, .xlsb, .xlsm, .xlsx, .xls, .wps, .docm, .docx, .doc, .odb, .odc, .odm, .odp, .ods, .odt

Come rimuovere il ransomware
TeslaCrypt potrebbe infiltrare e installare altri virus all'interno del sistema. Prima di tentare il recupero dei dati è necessario rimuovere il ransomware. Per rimuoverlo è possibile eseguire la scansione del sistema con un antivirus aggiornato. Un buon alleato in questi casi è un antivirus con cui eseguire il boot del sistema come Kaspersky Rescue Disk che è possibile scaricare da QUESTA PAGINA. Scaricata l'immagine è possibile masterizzarla su CD\DVD oppure creare una pendrive bootable tramite il tool rescue2USB. Eseguendo il boot con Kaspersky Rescue Disk è possibile fare in modo che l'antivirus scarichi automaticamente da internet gli aggiornamenti prima di procedere alla scansione dell'intero sistema.
Terminata la scansione ed eliminati eventuali virus trovati, avviare il sistema in modalità provvisoria quindi installare ed eseguire una scansione con una versione di Malwarebytes e/o SpyHunter aggiornata.

Recupero Dati
Per decifrare i dati è necessario recuperare la PrivateKeyBC (Chiave privata usata da TeslaCrypt come master key). Prima di poter risalire alla PrivateKeyBC è necessario ricavare SharedSecretBC (chiave calcolata tramite PrivateKeyBC, PublicKeyBC e TeslaPublicKey) e PublicKeyBC (chiave pubblica relativa all'indirizzo bitcoin). Riporto di seguito i passaggi necessari al recupero della PrivateKeyBC.

Passo 1: Procurarsi i tool TeslaDecoder e Yafu
La prima operazione da fare è quella di procurarsi i tools necessari: TeslaDecoder e Yafu. I tool possono essere scaricati dai seguenti link:
TeslaDecoder 
Yafu 

I file sono compressi (.zip) quindi è necessario procedere alla loro estrazione. Se si dispone già di questi tool è consigliabile riscaricarli in modo da essere sicuri di utilizzare l'ultima versione disponibile.
I seguenti passaggi vengono indicati anche, in inglese, all'interno del file Instructions.html fornito insieme a TeslaDecoder (sviluppato da BloodDolly di BleepingComputer).

Passo 2: Eseguire TeslaViewer per estrarre PublicKeyBC e SharedSecret1*PrivateKeyBC
All'interno di TeslaDecoder troviamo 3 file eseguibili: TeslaDecoder.exe, TeslaRefactor.exe e TeslaViewer.exeEseguire TeslaViewer.exe, cliccare sul pulsante Browse e selezionare un file cifrato da TeslaCrypt.
TeslaViewer estrae dal file una serie di informazioni. I campi che ci interessano sono PublicKeyBC e SharedSecret1*PrivateKeyBC.

TeslaViewer
FIG 1 - TeslaViewer
Cliccare sul pulsante Create work.txt per salvare tutte le informazioni all'interno del file di testo work.txt (il file di testo verrà creato all'interno della stessa cartella contenente TeslaViewer.exe).

Passo 3: Fattorizzazione di SharedSecret1*PrivateKeyBC tramite factordb.com
Ora bisogna procedere alla fattorizzazione in numeri primi del valore decimale di SharedSecret1*PrivateKeyBC. L'operazione potrebbe richiedere molto tempo ma il sito Factordb.com ci viene incontro fornendoci numerosi valori pre-calcolati.
Apriamo il file Work.txt creato con TeslaViewer e copiamo il valore decimale di  SharedSecret1*PrivateKeyBC

Work.txt e SharedSecret1*PrivateKeyBC
FIG 2 - Work.txt e SharedSecret1*PrivateKeyBC
Quindi posizioniamoci sul sito Factordb.com, incolliamo nell'apposita casella il valore copiato e clicchiamo su Factorize!
Se nella colonna Status troviamo il valore FF allora siamo fortunati e non ci resta che creare un file di testo e copiare i fattori all'interno del file (un fattore per riga). Può capitare che qualche fattore venga visualizzato come 5933269477...11<154> in questi casi dobbiamo cliccare sul fattore per visualizzare l'intero valore. Il numero tra parentesi angolari (154) indica il numero di cifre che compongono il valore. A questo punto possiamo passare al Passo 5.
Se, invece, nella colonna status, viene visualizzato il valore CF allora dobbiamo procedere in proprio alla fattorizzazione e proseguire con il Passo 4.
factordb.com
FIG 3 - factordb.com
Passo 4: Fattorizzazione di SharedSecret1*PrivateKeyBC tramite Yafu
Se non siamo stati fortunati con il sito factordb.com dobbiamo procedere autonomamente alla fattorizzazione. L'operazione potrebbe richiedere molto tempo anche su PC potenti. Per la fattorizzazione utilizzeremo il tool Yafu che abbiamo scaricato nel Passo 1. Come prima cosa procediamo alla ottimizzazione del tool in base al nostro sistema. Eseguire tuneX86.bat (per sistemi a 32 bit) o tuneX64.bat (per sistemi a 64 bit) e attendere il termine dell'operazione. La procedura di ottimizzazione potrebbe richiedere un po' di tempo e al termine verrà visualizzato il messaggio Tune Finished.

Ottimizzazione di Yafu: tuneX86 e tuneX64
FIG 4 - Ottimizzazione di Yafu: tuneX86 e tuneX64
Terminata l'ottimizzazione, aprire il file works.txt e copiare il valore decimale di  SharedSecret1*PrivateKeyBC come indicato nel Passo 3.
Lanciare factorX86.bat (per sistemi a 32 bit) o factorX64.bat (per sistemi a 64 bit). Quando richiesto incollare il valore SharedSecret1*PrivateKeyBC copiato precedentemente e premere invio.
FactorX86 e FactorX64: SharedSecret1*PrivateKeyBC
FIG 5 - FactorX86 e FactorX64: SharedSecret1*PrivateKeyBC
A questo punto viene richiesto quanti thread si intende impiegare per il calcolo della fattorizzazione. Il numero di Thread del proprio sistema può essere visualizzato da Task Manager. Si consiglia di specificare il numero di processori logici -1 (ad es. se si dispone di una CPU dual core con 4 processori logici si consiglia di indicare 3) in modo tale da non bloccare la postazione. La fattorizzazione può richiedere molto tempo (anche giorni) a seconda della potenza del sistema e del numero da fattorizzare.
FactorX86 e FactorX64: Threads
FIG 6 - FactorX86 e FactorX64: Threads
Al termine vengono visualizzati i risultati come indicato in figura FIG 7. 
FactorX86 e FactorX64: Risultati
FIG 7 - FactorX86 e FactorX64: Risultati
Copiare tutti i fattori e incollarli all'interno di un file di testo.
Risultato Fattorizzazione
FIG 8 - Risultato Fattorizzazione
PASSO 5: TeslaRefactor
Siamo quasi giunti al termine. Nella cartella TeslaDecoder avviamo il tool TeslaRefactor. Nella casella dove è indicato il messaggio <Put decimal factors here> incollare i valori forniti dalla fattorizzazione in numeri primi (quelli forniti da FactorDB.com oppure quelli calcolati tramite Yafu). Nel campo Public Key (hex) copiare il valore PublicKeyBC presente all'interno del file works.txt. Cliccare su Find Private Key per calcolare la chiave privata.
TeslaRefactor
FIG 9 - TeslaRefactor
Al termine dell'operazione prendiamo nota della chiave privata, Private key (hex), che ci servirà per decriptare i dati.
TeslaRefactor Private Key
FIG 10 - TeslaRefactor Private Key
Nel caso in cui sorgessero problemi nel calcolo della chiave privata, confrontare i valori dei campi Product (dec) e Product (Hex) con i rispettivi valori di SharedSecret1*PrivateKeyBC all'interno del file work.txt. Se i valori corrispondono allora togliere il flag alla voce Optimization e cliccare nuovamente sul pulsante Find Private Key.


Passo 6: Decriptare i dati tramite TeslaDecoder
Ora che si dispone della chiave privata è possibile procedere a decriptare i propri file utilizzando TeslaDecoder. Avviare TeslaDecoder come amministratore (cliccare con il tasto destro del mouse su TeslaDecoder.exe e selezionare Esegui come amministratore).
TeslaDecoder
FIG 11 - TeslaDecoder
Cliccare sul pulsante Set key. Verrà aperta la finestra Set custom key for decryption (vedi FIG 12). Nel campo Key (hex) specificare la chiave privata recuperata precedentemente e in Extension selezionare l'estensione dei file cifrati che si intende recuperare quindi cliccare su Set key per ritornare alla schermata precedente.
TeslaDecoder Set key
FIG 12 - TeslaDecoder Set key
Ritornando alla schermata precedente noteremo che i pulsanti Decrypt Folder e Decrypt All sono abilitati. Il primo ci consente di agire su una specifica cartella e relative sottocartelle, il secondo, invece, esegue una verifica sull'intero sistema recuperando i file cifrati. Prima di procedere ci viene richiesto se eliminare o mantenere la copia cifrata del file (se abbiamo dati importanti conviene tenere anche la versione cifrata del nostro file nel caso in cui l'operazione non sia riuscita a recuperare correttamente il suo contenuto).
TeslaDecoder cancellare i file criptati
FIG 13 - TeslaDecoder cancellare i file criptati

Conclusioni
Le raccomandazioni per evitare la perdita dei dati sono le solite: disporre di un buon antivirus e tenerlo sempre aggiornato, diffidare di siti ed email sospette, effettuare frequenti backup dei dati su più dispositivi esterni e non perennemente connessi al sistema. Per chi effettua il backup su cloud in genere i provider consentono di mantenere più "versioni" del file. In questi casi, se i file vengono crittografati da qualche ransomware, dovrebbe essere possibile recuperare una versione antecedente. 

Se questo articolo vi è stato d'aiuto a recuperare i vostri dati e volete offrirmi un caffè, potete utilizzare l'apposito link delle donazioni (le transazioni vengono gestite da paypal).


Aggiornamento del 05.02.2016
Al momento per i file cifrati da TeslaCrypt 3 aventi estensione .ttt, .xxx, .micro e .mp3 non esiste un metodo per estrarre la chiave dato che viene utilizzato un algoritmo diverso. Chi è stato colpito da tale variante di TeslaCrypt può effettuare un backup dei file cifrati in attesa che venga trovata una soluzione. Il tool TeslaDecoder è in continuo aggiornamento. Il ransomware può comunque essere rimosso seguendo i passaggi indicati nell'articolo. Provvederò ad aggiornare il presente articolo nel caso venga trovato il metodo per recuperare i dati cifrati da questa variante del ransomware.


Aggiornameno del 15.02.2016
Una nuova variante di TeslaCrypt 3.0 rinomina il file con estensione .mp3.


Aggiornamento del 18.03.2016
Ancora una brutta notizia. Non è stata trovato ancora alcun modo per decriptare i file con estensione .micro e .mp3 e, dal giorno 14.03.2016, si sta diffondendo una nuova versione di TeslaCrypt: TeslaCrypt 4.0. In quest'ultima versione i file vengono cifrati ma l'estensione non viene modificata. Tale comportamento renderà difficile riconoscere a colpo d'occhio i file cifrati sul disco. In questa nuova versione del ransomware, inoltre,  è stato corretto un BUG che corrompeva i file con grandezza superiore ai 4GB. Il file eseguibile del ransomware viene creato in 
%UserProfile%\Documenti\[caratteri_alfanumerici_random].exe
Le chiavi di registro coinvolte sono
HKEY_CURRENT_USER\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run\_[caratteri_alfanumerici_random]
HKEY_CURRENT_USER\Software\
HKEY_CURRENT_USER\Software\Data


Aggiornamento del 26.04.2016
Da circa una settimana è in circolazione una nuova variante di TeslaCrypt: TeslaCrypt 4.1b.
Anche questa a nuova variante del ransomware è stata analizzata da BloodDolly di BleepingComputer e presenta alcune piccole modifiche rispetto alle versioni precedenti:
Il file di dati ora risulta  %MyDocuments%\desctop._ini 
Il file contentente le istruzioni ha una dimensione leggermente superiore rispetto alle versioni precedenti del ransomware.
%UserProfile%\Desktop\-!RecOveR!-[caratteri casuali]++.Txt
%UserProfile%\Desktop\-!RecOveR!-[caratteri casuali]++.Htm
%UserProfile%\Desktop\-!RecOveR!-[caratteri casuali]++.Png
%UserProfile%\Documents\-!recover!-!file!-.txt
L'eseguibile del ransomware viene creato con un nome random in Documenti:
%UserProfile%\Documents\[caratteri casuali].exe

Una volta che TeslaCrypt ha terminato la cifratura dei dati, contatta il server di comando e controllo inviando un messaggio di POST criptato:


Sub=Ping&dh=[PublicKeyRandom1_octet|AES_PrivateKeyMaster]&addr=[bitcoin_address]&size=0&version=4.1b&OS=[build_id]&ID=[?]&inst_id=[victim_id]

Anche in questa ultima versione ai file cifrati non viene aggiunta alcuna estensione.

Aggiornamento 04.05.2016
L'utente BloodDolly di BleepingComputer ha individuato e analizzato una nuova versione di TeslaCrypt: siamo alla versione 4.2. La nuova versione apporta alcuna piccole modifiche. Il messaggio che compare all'utente è stato modificato e vengono visualizzate solo le informazioni essenziali per procedere al pagamento del riscatto. Il codice è stato ottimizzato e compilato utilizzando un compilatore diverso da quello utilizzato nelle versioni precedenti del ransomware. La nuova versione di TeslaCrypt esegue l'injection code in svchost.exe per poter eliminare le copie shadow (operazione che viene eseguita sia prima che dopo aver cifrato i dati).
I file creati da TeslaCrypt 4.2 sono 
%UserProfile%\Desktop\!RecoveR!-[5 caratteri random]++.HTML
%UserProfile%\Desktop\!RecoveR!-[5 caratteri random]++.PNG
%UserProfile%\Desktop\!RecoveR!-[5 caratteri random]++.TXT
%UserProfile%\Documents\-!recover!-!file!-.txt
%UserProfile%\Documents\[random].exe

Il ransomware provvede a modificare la seguente chiave di registro per avviarsi ad ogni logon

[HKCU\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run] serv[5 caratteri random] C:\Windows\SYSTEM32\CMD.EXE /C START "" "[malware].exe"



Aggiornamento del 19.05.2016

I server di TeslaCrypt chiudono e gli sviluppatori hanno rilasciato la master key utile per decriptare i dati da tutte le versioni di TeslaCrypt. Per maggiori informazioni potete cliccare QUI

martedì 26 gennaio 2016

CrashSafari.com il link che manda in crash il browser

Da poche ore è attivo il sito web CrashSafari.com creato da un giovane programmatore statunitense che riesce a mandare in tilt diversi browser. A dispetto del nome, infatti, il sito riesce a mandare in crash non solo il browser Safari ma anche Chrome, Firefox e Internet Explorer/Edge.

I dispositivi più vulnerabili al bug sono quelli Apple in particolare iPhone e iPad. Visitando il sito con tali dispositivi, infatti, si può riscontrare un aumento di temperatura, il blocco del browser e potrebbe verificarsi il riavvio del sistema (cosa che non avviene sui dispositivi Android). Il bug risulta presente anche nelle ultime release dei sistemi operativi Apple iOS 9.2.1 e OS X 10.11.3.

In queste ore molti, soprattutto tramite social network, stanno inviando ad altri utenti i link al sito web CrashSafari.com per mandare in crash i dispositivi/PC. Per nascondere l'indirizzo che sarebbe troppo riconoscibile e sospetto, molti utilizzano i servizi di abbreviazione degli URL come https://goo.gl/, https://bitly.com/ e http://tinyurl.com/
Quindi prestare attenzione prima di aprire i collegamenti inviati da amici e non.

Come funziona il CrashSafari.com
Il codice che c'è dietro il sito CrashSafari.com è molto semplice e consiste in un Header Title e poche righe di JavaScript che richiamano, in un loop, la funzione history.pushState di HTML5. Tale funzione permette ad un sito web di cambiare l'URL della pagina senza che l'utente debba premere il tasto di aggiornamento. Il loop aggiunge migliaia di caratteri alla barra degli indirizzi fino ad esaurire la memoria del dispositivo/PC mandando in crash il browser e in alcuni casi l'intero sistema.



CrashSafari.com codice
FIG 1 - CrashSafari.com codice

Il bug, seppur fastidioso, non compromette la sicurezza del sistema (che sia esso uno smartphone, un tablet o un PC): dopo il riavvio o dopo la chiusura del browser, il sistema continuerà a funzionare regolarmente.
Al momento non ci sono soluzioni ma si può solamente attendere che vengano rilasciati gli aggiornamenti dei vari browser e nel frattempo prestare attenzione ai link che si ricevono.

In FIG 1 è possibile visualizzare il codice della pagina del sito CrashSafari.com. Per quelli che vogliono scaricare il codice possono cliccare sul seguente link
DOWNLOAD

giovedì 21 gennaio 2016

Windows Quick Tip: Clonare una pendrive

Clonare una pendrive, soprattutto se contiene un Sistema Operativo avviabile da supporto USB, potrebbe non essere un'operazione così semplice. 
Le pendrive, infatti, pur utilizzando file system analoghi a quelli degli Hard Disk e unità SSD richiedono ulteriori accorgimenti dato che utilizzano diverse versioni di Host controller Interface(come OHCI, UHCI, EHCI).  I programmi per la clonazione dei dischi potrebbero non portare a termine correttamente l'operazione in particolare se la pendrive viene clonata su un modello diverso. Tentando la clonazione di una pendrive con i classici programmi utilizzati per gli hard disk potremmo avere la sensazione che l'operazione sia andata a buon fine (non ricevendo alcun messaggio di errore) ma avere problemi con la pendrive clonata (ad es. il mancato avvio da boot).

Per la clonazione delle USB MSC (Mass Storage Class) esistono delle utility appositamente progettate come imageUSB di PassMark.
Il tool può essere scaricato gratuitamente da http://www.osforensics.com/tools/write-usb-images.html e non necessita di installazione.

Una volta lanciato il tool:
  • Inserire la pendrive nella porta USB e selezionarla nel riquadro STEP 1: Select the USB drive(s) to be processed (se non appare, cliccare sul pulsante Refresh Drivers)
  • Nella sezione Step 2: Select the action to be performed on the selected USB drive(s) selezionare l'opzione Create image from USB drive 
  • In Step 3: Select the location for the binary image file (.bin) that will be created from the USB drive(s) indicare il percorso e il nome da assegnare al file .bin che andrà a contenere l'immagine della pendrive
  • In Step 4: Click the 'Create' button to begin... cliccare sul pulsante Create per avviare il processo

Passmark imageUSB avvio creazione immagine
FIG 1 - Passmark imageUSB avvio creazione immagine

una volta terminata la creazione dell'immagine della pendrive è possibile ripristinarla anche su una pendrive di modello diverso:
  • Inserire la pendrive su cui si intende ripristinare l'immagine
  • In Step 1: Select the USB drive(s) to be processed selezionare la pendrive
  • In Step 2: Select the action to be performed on the selected USB drive(s) selezionare l'opzione Write image to USB drive
  • Nella sezione Step 3: Select the image (.bin, .img or .iso) file to write to the USB drive(s) cliccare sul pulsante Browse e selezionare il file immagine che si intende ripristinare (ad es. il file con estensione .bin che abbiamo creato precedentemente)
  • In Step 4: Click the 'Write' button to begin cliccare sul pulsante Write per avviare il processo

Passmark imageUSB avvio scrittura immagine su pendrive
FIG 2 - Passmark imageUSB avvio scrittura immagine su pendrive

Terminata la scrittura avremo il clone funzionante della pendrive. Dallo stesso file immagine possiamo creare un numero arbitrario di cloni della pendrive di origine.